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IL CARNEVALE D’IVREA 

Il Carnevale d’Ivrea è un’autentica “commedia dell’arte” dove si fondono storia e leggenda, tradizione ed attualità, in una grandiosa festa collettiva. Tutta la città è emotivamente coinvolta, con un notevole numero di Eporediesi che partecipano attivamente. L’unicità del Carnevale d’Ivrea è data da una trama dove i personaggi interpretano ruoli legati ad antichi avvenimenti elaborati dalla fantasia popolare. Effettivamente il Carnevale d’Ivrea è un carnevale di ruoli, non di maschere, è l’interpretazione di ruoli civici. La storicità invece è essenzialmente una costruzione sociale, l’unica componente storica del carnevale è lo Stato Maggiore.
   
LO STATO MAGGIORE

Con divise che richiamano personaggi dell’epopea napoleonica, lo Stato Maggiore rappresenta l’elemento storico del Carnevale d’Ivrea. Fa il suo ingresso nella “storia del carnevale” nei primi decenni dell’Ottocento, quando la festa subisce una profonda trasformazione. I gruppi di giovani, le Badie, che fino ad allora erano stati gli autori della festa, sono sostituiti e il ruolo centrale è preso da un nuovo ed unico capo della festa, il Generale del Carnevale al comando del suo Stato Maggiore, che insieme diventeranno i moderatori della festa. La cerimonia diventa a questo punto ufficiale ed è istituzionalizzata a partire dal 1808, per mezzo dei verbali redatti dai Sostituti Gran Cancellieri, diventando a tutti gli effetti una festa civica. Gli anni successivi alla 2° guerra mondiale sono caratterizzati da una grande forza dello Stato Maggiore che per lungo tempo fu parte integrante del Comitato organizzativo della festa.

IL COMITATO  E IL CARNEVALE DELLA BORGHESIA
Composto essenzialmente da gruppi di Eporediesi amici, è una della componenti fondamentali del Carnevale d’Ivrea. Il Comitato è sempre stato composto per la maggior parte da commercianti, che vedevano nella festa un ottimo momento di lavoro.  A partire dai primi dell’800 la manifestazione si presentò come una vetrina della ricca e opulenta borghesia, ma negli anni ’50 e ’60  del XX secolo ad appropriarsi del Carnevale, per la notorietà che rifletteva gli interessi economici, è la cosiddetta “borghesia operosa” (medio-piccola). Testimonianze raccontano che i Comitati avevano il supporto dello Stato Maggiore e anche della famiglia Olivetti, nota famiglia di imprenditori  al cui nome è legato lo sviluppo  industriale ed economico di Ivrea e del Canavese.  L’Ing. Adriano Olivetti sosteneva  il Comitato  sia con contributi finanziari, sia legando il suo nome a quello del carnevale facendo  ricoprire i ruoli chiave della festa a componenti della sua famiglia (sua moglie Grazia Galletti Olivetti fu mugnaia nel 1956), nonché a dirigenti dell’azienda Uno dei compiti del Comitato, allora come oggi, è proprio quello di scegliere la Vezzosa Mugnaia, la signora che per un Carnevale, interpreterà l’eroina della leggenda medievale, simbolo liberatore ideato dallo spirito risorgimentale. Le scelte ricadevano essenzialmente su donne di famiglie borghesi e anche tutti gli altri ruoli erano interpretati da esponenti di questa classe sociale.
 
LA MUGNAIA
La mugnaia è senza dubbio il personaggio principale di tutta la manifestazione; figura femminile e simbolo liberatore, ideata dallo spirito risorgimentale come eroina di una leggenda medievale.  La leggenda narra di Violetta, figlia di un mugnaio, che si ribella ai voleri di un tiranno e uccidendolo dà il via all’insurrezione popolare. La sua figura è stata introdotta nel carnevale a partire dal 1870, data a cui risale l’unità d’Italia. Non a caso ella rappresenta la libertà e la patria, ed è vestita con i colori della bandiera italiana. Il nome della donna che per i giorni della festa interpreta quel ruolo, è tenuto nascosto fino alla sua presentazione alla città, alla quale segue una sfilata a cui partecipa anche il cittadino Generale con tutto il suo stato maggiore.
 
IL GENERALE
Dai primi decenni dell’Ottocento, quando risale la sua comparsa, il Generale è il capo indiscusso della festa, cittadino Generale dal 6 di gennaio, data di inizio della festa fino al mercoledì della ceneri, a cui corrisponde la fine della manifestazione. È a capo del suo Stato maggiore, composto appunto dal Generale più gli alfieri e gli ufficiali. Le divise di tutti questi personaggi si richiamano alle uniformi del periodo napoleonico.
 
IL GRAN CANCELLIERE

Il Gran Cancelliere, decano dei notai, a partire dai primi dell’ottocento partecipa in prima persona al Carnevale andando a redigere su appositi libri lo svolgimento della festa. Il Gran Cancelliere è una figura un po’ appartata dai clamori della festa, ma di prestigio, è sicuramente una figura di riferimento con il compito di custodire la tradizione, di partecipare alla nomina del suo segretario e di controllare che quest’ultimo adempia correttamente il suo compito. Con il passare degli anni il Gran Cancelliere viene affiancato da un sostituto, in quanto il decano dei notai, avanti con gli anni non sempre poteva assolvere al suo ruolo così impegnativo di seguire tutte le manifestazioni e redigerne, poi, il verbale. Quindi, a far data dal 1871, il sostituto Gran Cancelliere diviene presenza costante fino ad oggi. I libri contenenti i processi verbali rappresentano l’Archivio storico del Carnevale d’Ivrea. I primi processi verbali risalgono al 1808. Nella storia del Carnevale il 1808 è un anno importante, in quanto a partire da tale data, si ha la prima documentazione conosciuta e scritta della manifestazione. In appositi verbali viene descritto lo svolgimento della festa ed i personaggi che la interpretano assumono un nome ed un volto.

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