"Negli anni del dopoguerra il tessile
a Chieri era l'attività principale: ai telai vi lavoravano
non solo le donne ma anche uomini come tecnici e disegnatori.
C'era bisogno di personale preparato.
Nella nostra città c'era già stata in passato
una scuola per tessitura organizzata dalla Società
di Previdenza ed Istruzione presieduta dal cav. Nicolò
Francone. Per questo un gruppo di giovani, che si ritrovavano
presso la Congregazione Mariana dell'Ordine dei Padri Gesuiti,
decise di costituire una scuola di avviamento alla tessitura.
Eravamo negli anni Cinquanta, prima metà, ottenemmo
dal Comune alcuni locali dell'edificio di Via Demaria, dove
già c'erano altre scuole.
La scuola era articolata in un triennio e insegnava teoria
e pratica della tessitura e della meccanica dei telai; vi
erano infatti due sezioni frequentate complessivamente da
una ventina di allievi, giovani ed anche meno giovani che
volevano avanzare nelle fabbriche dove già lavoravano;
le lezioni di teoria si alternavano con esercitazioni pratiche
al telaio, naturalmente in orario serale perché di
giorno quasi tutti lavoravano. Per noi insegnanti era un'opera
di volontariato, non venivamo retribuiti ed eravamo collegati
con la Scuola Piemonte. Qui, oltre a me, insegnavano altri
tecnici ed imprenditori tessili di Chieri, tra cui mio fratello
Paolo, Ottavio Martano e Alfonso Bertagna che erano periti
tessili ed operavano in tessiture; l'ingegner Domenico Torta
fungeva da direttore. Questa scuola, che andò avanti
per alcuni anni (quattro-cinque), fu frequentata da tessitori
che poi divennero dei terzisti o degli imprenditori (Bragagnolo,
Giuseppe Maina detto Pinetu, Carlo Vasino e altri…)
Essa chiuse quando ci fu proposto di renderla ufficiale con
il suo passaggio al Ministero ma, siccome questo non rientrava
nella nostra azione di volontariato, l'attività di
formazione professionale proseguì attraverso altri
Istituti che organizzarono dei corsi per tessitori.
Nella mia memoria ci sono tanti ricordi dei cinquant'anni
del dopoguerra, in primo luogo riferiti alla mia numerosa
famiglia, che, con mio padre Pietro, diede vita alla TE.VER.
Anch'io, che sono nato nel 1922, ho sempre operato nel tessile
dapprima costituendo la Tessilnova e poi, dopo la sua chiusura,
diventando socio nella TE.VER con i miei fratelli: Paolo,
Marco e le mie sorelle Giuseppina e Teresa.
La LIT era un punto di incontro per gli imprenditori: durante
le riunioni si organizzavano le attività locali, tra
cui venivano individuati coloro i quali dovevano sostenere
il Baldacchino durante la processione del Corpus Domini.
Era un orgoglio assumere questo ruolo e gli imprenditori lo
facevano volentieri. Anch'io una volta ho portato il Baldacchino
in quanto ero socio della LIT . Tra presidenti di questa associazione
ricordo in modo particolare Stefano che faceva parte della
grande famiglia dei Vergnano.
Ho anche assunto delle cariche pubbliche: infatti sono stato
consigliere comunale nonchè assessore alla polizia
municipale negli anni Sessanta con il sindaco Giuseppe Manolino."
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