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Le ricerche - Storie di vita

Testimonianza del Grand'Ufficiale Angelo Vasino
(classe 1916)
Imprenditore tessile - FIL
Chieri - piazza Angelo Mosso - 25 febbraio 2005
"Sono nato nel 1916 in una famiglia non benestante, eravamo in quattro figli: Lorenzo il primo, nato nel 1901, divenuto un frate domenicano; il secondo,Giuseppe detto Pinin del 1905, divenuto anche lui imprenditore tessile, il terzo sono io, nato nel 1916, e poi mia sorella minore Maria, che da giovane faceva la passalicci. Ho frequentato il collegio dei domenicani più tre anni di ginnasio, due a Chieri e uno in Liguria , a Taggia.
Mio padre lavorava come sarto in un negozio di via Vittorio a Chieri; la sua volontà era che io facessi il tappezziere in stoffa e così fu fino all'età di 20 anni quando iniziai il servizio militare.
Il mio lavoro consisteva anche nel consegnare a domicilio con un carretto il lavoro svolto. Molte volte mi è anche successo di servire la famiglia Agnelli in via Oporto che si dimostrava molto generosa con le mance. Sono pure andato a casa dell'ingegner Valletta in via Garibaldi dove mi venivano date 2 lire di mancia. Io allora guadagnavo 9 lire a settimana e ne spendevo 12 solo per il treno per andare a Torino e quindi questi soldi erano la mia ulteriore fonte di guadagno.
Il mio spirito di imprenditore e di commerciante era già vivo in me in quegli anni in cui ero ancora un semplice dipendente; infatti quando andavo a fare le consegne ne approfittavo per vendere della passamaneria che mi veniva fornita dal sig. Tosco e dei campionari di tessuto che mi dava la ditta Leandro Piovano. Questo serviva ad arrotondare i miei guadagni.
All'età di 20 anni sono partito come militare, nel marzo del 1940 sono stato congedato e successivamente richiamato nel luglio del 1940 per andare in Africa: a Tobruk, erano gli anni della guerra. Sono stato in aviazione per due anni, nell'ultimo periodo di permanenza in Africa mi sono occupato della decodificazione di messaggi telegrafici che provenivano nel nostro ufficio dal comando di Roma.
Tornato a casa nel 1942, ho iniziato a lavorare come commesso nel negozio di impermeabili di mio fratello Giuseppe in via XX Settembre a Torino. Verso la fine del 1943 mi sono arruolato come partigiano in Val d'Ossola nelle Brigate Autonome Badogliane con Filippo Beltrami.; in Val d'Ossola la mia famiglia aveva dei parenti, mio nonno Lorenzo era originario di Quarna di Sopra ed era venuto a Chieri per fare il materassaio.
Nell'inverno del 1944 sono ritornato nel negozio di mio fratello Giuseppe il quale nel frattempo aveva prestato 1.500.000 lire a mio cognato Ciaudano Mario, fratello di mia moglie; così su pressione di mio fratello, deciso a recuperare il denaro prestato a mio cognato, pensai di diventare suo socio nella piccola attività tessile in via Conte Rossi di Montelera a Chieri; fui fortunato perché mio cugino Leandro Piovano mi prestò 3.500.000 lire che nel 1955 mi servirono per entrare in società con mio cognato: ho così iniziato la mia attività di imprenditore tessile pur non sapendo nulla in quest'ambito.

L'attività della ditta "Vasino & Ciaudano" era inizialmente modesta perché composta da soli due telai e tre operai, non c'erano orari di lavoro tant'è che si lavorava anche il sabato pomeriggio e la domenica all'occorrenza. Successivamente mio cognato fece un prestito ad un gestore di impianti di risalita in val Susa e ciò fu per lui un incentivo ad occuparsi di questo settore tanto che nel 1968 lasciò la tessitura per intraprendere la nuova strada ed io mi trovai da solo a gestire l'azienda.
Nel frattempo ampliai la vecchia società, ormai completamente mia, comprando sei nuovi telai; indirizzando così la produzione dei due vecchi alla lavorazione per conto terzi, in particolare per le ditte Quagliotti e Saroglia, mentre con i nuovi telai iniziai la produzione del cosiddetto "linone", un tessuto di viscosa che veniva tinto in svariati colori dalla Tintoria Chiavazza.
All'epoca si lavorava per il magazzino, ossia si produceva il più possibile per andare incontro agli ordini nella speranza di vendere.

 

Furono anni molto duri ma fortunatamente la mia perseveranza e la mia volontà di imprenditore mi spinsero a non licenziare mai i terzisti dai quali mi servivo, questa fu per me una fortuna perché il mio successo dipese anche da loro.
Sempre negli anni Sessanta riuscii ad introdurmi sul mercato tedesco grazie all'incontro con un cantante conosciuto nel negozio di mio fratello Giuseppe, la cui moglie era una star mannequin e vestiva gli abiti delle più importanti case di moda tra le quali Christian Dior. Grazie a questa famosa top model i miei campionari si diffusero con successo negli ambienti dell'alta moda arrivando persino a far concorrenza alla ditta Leumann di Collegno.

Mi ingrandii quando, negli anni Settanta, acquistai in Chieri la ditta Valzania in strada Riva, l'edificio che era stato della società Cottino e Garrino in via Conte Rossi e la proprietà che era appartenuta a mio cognato ed ex socio Mario Ciaudano
La mia impresa si accrebbe ulteriormente quando, per mia fortuna, nel 1963 mi ritrovai con ben 500 pezze difettose che non riuscivo a vendere. Così ebbi la stravagante, almeno per l'epoca, idea di portarle nella Stamperia di Cambiano e farle diventare a pois; il risultato fu un grande successo di vendite che contribuirono ancora di più al consolidamento della mia attività.

Iniziò quindi la collaborazione con la Stamperia di Cambiano che successivamente acquistai nel 1982, trasferendo e ampliando la mia intera impresa a Cambiano al fine di realizzare una integrazione verticale del ciclo di produzione. La denominazione della mia azienda diventò: "Angelo Vesino" spa con sede sociale a Cambiano.
Intanto la produzione si era diversificata: accanto al linone producevamo tessuti jacquard in viscosa per donna, tessuti in cotone pesante per abbigliamento, cambiando continuamente colori e modelli.
La mia fortuna è stata rappresentata dalla stamperia e dal Giappone; dal 1974 sono stato ben dieci
volte in questo paese, ogni anno, quando ci tornavo, vedevo sempre meno kimono e sempre più abiti di taglio e gusto europeo. Sono stato il primo degli industriali chiedesi a scoprire il Giappone; avevo capito che il nostro tessuto tirava bene e mi ci sono buttato; non conoscevo assolutamente le lingue, mi avvalevo di un'interprete e in questo modo facevo il giro del mondo alla ricerca di nuovi affari e di nuovi clienti: Bangkok, Taipei, Hong Kong, Tokio, Osaka, Seul; in Cina compravo lino e vendevo stampati. Passavo negli Stati Uniti e rientravo in Italia. Una ditta americana arrivò a commissionare un milione di metri di tela! Mi portavo dietro i campionari anche quando andavo in ferie: anche alle isole Mauritius ho trovato chi era interessato ai miei articoli.

 

Nel 1990 ho rilevato la FIL, la tessitura di mio fratello Pinin che aveva deciso di ritirarsi dal lavoro e qui ho trasferito tutta l'attività dei telai. Mio fratello aveva fondato la sua azienda nel 1968 assieme ai nostri cugini, i fratelli Piovano, costruendo lo stabilimento di corso Torino; prima di allora era già socio con loro nell'azienda di via Conte Rossi di Montelera che, dopo la guerra, si era trasferita in piazza Duomo. La FIL è ormai l'unica tessitura chierese che produce tessuti per abbigliamento: da noi acquistano le grandi firme della moda italiana, da Versace ad Armani, da Ferrè a Prada, da Zara a Dolce e Gabbana.

A differenza di mio fratello non sono mai stato associato alla Lit, ho sempre voluto fare da solo confidando sulle mie capacità ed anche un po' sulla mia fortuna; troppa gente invidiosa e gelosa, la strada e il successo negli affari me li sono costruiti giorno dopo giorno. Ora continuo a seguire l'azienda ma la gestione spetta ai miei due figli, Renato e Giuseppe che grazie al cielo si sono immessi subito nel duro lavoro. Successivamente Renato (perito tessile) è diventato il creatore, unitamente ad altri tecnici, dei vari disegni del campionario e si interessa di tutta la parte commerciale, mentre Giuseppe (tredici anni più giovane) dopo aver compiuto gli studi in Svizzera, si interessa della parte amministrativa, della gestione del personale e delle eventuali ristrutturazioni.
I titoli onorifici dei quali sono stato insignito sono: Cavaliere della Repubblica, Commendatore, Grande Ufficiale. Io non ho mai ricoperto incarichi politici però sono sempre stato anticomunista anche quando non avevo una lira in tasca!
Non ho mai partecipato alle feste degli industriali, né ho mai portato il baldacchino alla processione del Corpus Domini perché in quegli anni ero troppo giovane per essere considerato un industriale."

 

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