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Le ricerche - Storie di vita

Testimonianza di Tino Saroglia
(classe 1942)
Imprenditore tessile
Chieri - Viale Diaz - 14 marzo 2005
"La nostra è una famiglia di tessitori: mio nonno Ignazio aveva un paio di telai e lavorava come terzista con telai a mano per la ditta Ostino mentre mio padre Luigi, classe 1908, faceva il contrameter, cioè il dispositore, presso la ditta Gastaldi.
Con la crisi del '29 egli perse il lavoro e fu allora che pensò di mettersi in proprio con l'amico Giovanni Taverna, che era della classe 1911, per dare avvio ad una nuova attività nel settore tessile.
Nel 1930 nacque così la società Saroglia e Taverna che diventò società in nome collettivo nel 1932.
La sua sede era in piazza Cavour dove, con solo due telai, si producevano copriletti in tessuto jacquard che venivano portati a Torino e venduti a Porta Palazzo.
Prima della guerra la società si trasferì in viale Diaz in un piccolo capannone con un ampio terreno circostante che era stato acquistato dal sig Gallo. Su questo terreno vennero dapprima costruiti gli uffici e poi un nuovo stabilimento che ancora oggi è la sede della nostra azienda.
Allora si lavorava con 12 telai..
Durante la guerra lo stabile fu requisito dai tedeschi e divenne sede del comando di aviazione.
Solo dopo la guerra siamo riusciti a fare un salto di qualità e ci siamo ingranditi: la nostra produzione di copriletti e tessuti per arredamento di tipo jacquard era infatti destinata per il 100% all'esportazione. Si vendeva in Sud America, nell'Oriente Asiatico, in Egitto, a Malta, nelle Antille olandesi, ecc.
Alla fine degli anni '40 siamo riusciti anche a conquistare i mercati statunitensi.
Nel 1957 il socio di mio padre Giovanni Taverna si è ritirato dall'attività per motivi di salute e proprio in questo periodo mio fratello Nanni, che ha fatto gli studi classici, è entrato in azienda.
Io, che sono perito tessile, sono diventato socio agli inizi degli anni Sessanta.
Nel 1962 abbiamo costruito un nuovo stabilimento in strada Cambiano per la lavorazione dei tendaggi che prima di allora venivano prodotti a Como.
Nel 1970 siamo diventati proprietari della Stamperia di Andezeno, 3000 metri coperti, che oltre alla stampa dei tessuti, abbiamo destinato alla produzione di tende in pizzo che venivano e vengono realizzate con telai Raschel molto costosi

Abbiamo acquistato anche telai da ricamo lineari lunghi 15 metri che utilizziamo ancora oggi per alcuni tipi di tende.
Negli anni Sessanta si lavorava giorno e notte, avevamo circa cento dipendenti, ogni tessitrice accudiva a due telai jacquard e lavoravano per noi anche numerosi terzisti; oggi, utilizzando i telai automatici, diamo occupazione ad una cinquantina di dipendenti ed ogni tessitrice accudisce 12 telai. Abbiamo inoltre degli ispettori che si occupano delle vendite in Italia e dei rappresentanti per le vendite sui mercati esteri.
Attualmente fatichiamo molto nel portare avanti il nostro lavoro: la concorrenza turca e quella cinese ci creano molti problemi. La produzione di massa non esiste più, si lavora per nicchia, le disponibilità finanziarie sono poche ed il rischio di esposizione è elevato.
La nostra attuale produzione è costituita dai copriletti e dalle tende che vengono vendute sia in pezza che confezionate su richiesta del cliente e secondo i suoi bisogni. Questa nuova tendenza al confezionamento permette un notevole risparmio sul costo del prodotto finito al cliente stesso. Per la confezione ci appoggiamo ad aziende esterne. Commercializziamo inoltre prodotti finiti per la casa che importiamo direttamente dalla Turchia e dalla Cina.
Io e mio fratello ci occupiamo direttamente della gestione aziendale e, da qualche anno, è entrato a far parte della società anche mio nipote che è intenzionato a proseguire nell'attività di famiglia."

 

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