"Mio
padre Gaetano fu il primo della famiglia ad occuparsi di tessitura.
Era il 1921 e a Chieri i piccoli imprenditori si procuravano
il subbio di ordito e le rocche per fare la trama per darli
poi ai terzisti, chiamati anche façonneurs, i quali
tessevano in casa utilizzando telai a mano.
Anche mio padre ed i suoi due soci, dopo aver acquistato il
filato di cotone, lo inviavano ai terzisti i quali realizzavano
dei copriletti con telai di tipo jacquard. La consegna dei
prodotti finiti veniva fatta dai carrettieri la cui paga era
contrattata in litri di vino che sovente veniva bevuto durante
il trasporto dei manufatti.
In quegli anni Chieri era una piccola cittadina, tutti si
conoscevano ed il lavoro seguiva dei ritmi consuetudinari.
Si iniziava alle otto del mattino e si andava avanti fino
a mezzogiorno quando il suono di una sirena segnava il momento
della pausa per il pranzo; a questo suono gli operai cessavano
di lavorare e si radunavano tutti in una piazza prima di andare
a mangiare. Nel pomeriggio si riprendeva il lavoro alle due
per proseguire sino alle sette di sera.
L'attività tessile non era di tipo industriale ma prevaleva
il lavoro artigianale che subì un forte contraccolpo
con la grande crisi del '29. Il 70% delle aziende fu costretto
a chiudere. Ricordo ad esempio la ditta Fasano & Ferrero
e la ditta Vastapane che cessarono l'attività in quel
periodo. La ditta Gallina, una delle maggiori in termini di
produzione e addetti, riuscì invece a superare la difficile
situazione congiunturale |
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Anche
la società di mio padre fu coinvolta da questo tracollo
poiché buona parte della produzione era destinata all'esportazione.
Soltanto alle Canarie subì una perdita di 250.000 lire
Nel 1930 la produzione di copriletti cessò e la società
venne sciolta. A mio padre, che in quel momento non aveva
le possibilità economiche per avviare una nuova tessitura,
venne in aiuto mio zio Ferdinando che con le sue 30.000 lire
consentì la costituzione "F. & G. Martano"
(Ferdinando e Gaetano Martano) che si specializzò nella
produzione di tessuti per automobili, diventando fornitore
della FIAT e di altri carrozzieri che erano soliti rinnovare
più volte questi tessuti poiché le auto si usavano
parecchi anni.
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Nel
1941 mio zio decise di uscire dalla società, per cui
mio padre restò l'unico proprietario. Negli anni successivi
grazie alle consistenti commesse della FIAT l'azienda crebbe
e arrivò a contare 16 telai e 20 addetti. Ma, poco
tempo dopo,. la grande casa di automobili decise di non servirsi
più da noi. Alla base di questa scelta c'era la decisione
del direttore generale che, essendo originario di Biella,
aveva preferito rivolgersi alle aziende della sua zona. La
crisi che ne seguì fu aggravata dalla morte di mio
padre, avvenuta nel '58.
Noi figli fummo costretti a pagare un'ingente somma di denaro
per le imposte di successione e questo prosciugò le
nostre casse.
Anche la nostra produzione subì dei cambiamenti e si
indirizzò alla realizzazione del tessuto in gabardine
per impermeabili, ma incontrammo non poche difficoltà
poiché questo tipo di prodotto era commercializzato
in concorrenza anche da diverse altre aziende chieresi.
Alla fine della guerra con altri tre nuovi soci, tra cui Giulio
Rocco, ci avventurammo nella commercializzazione dei tessuti
stampati per abiti da donna, che erano molto richiesti in
quel momento dal mercato.
Con un camion alimentato a carbonella partimmo da Chieri il
15 maggio '45 per raggiungere la Toscana. Dopo due giorni
arrivammo a Lucca. Questo viaggio si dimostrò un notevole
successo: i tessuti che avevamo comprato a 170 lire al metro
furono rivenduti a 250 lire con un guadagno non indifferente
che ci permise di acquistare una decina di telai. Questo creò
le premesse per la nascita della COTONTEX.
Negli anni settanta la "F. & G. Martano" cessò
la propria attività ed io iniziai a lavorare come responsabile
commerciale presso un maglificio di Piobesi. Questa mia occupazione,
che mi permise anche di fare la conoscenza dei fratelli Benetton,
con il passare degli anni si dimostrò eccessivamente
faticosa a causa dei continui spostamenti ai quali ero costretto;
così, nel 1978, decisi di lasciare questo lavoro per
potermi occupare esclusivamente del settore abbigliamento
della Cotontex che in quel periodo serviva numerosi clienti
negli Stati Uniti.
Dopo altri dieci anni di attività, per mancanza di
eredi disponibili a continuare questo tipo di lavoro, la Cotontex
fu rilevata dalla società Valbrembana che, nel frattempo,
aveva acquistato il Cotonificio Ronco.
Sovente la mancanza di continuità generazionale è
stata la causa della chiusura o della cessione di numerose
aziende tessili. Alcuni imprenditori, per mancanza di eredi
o perché i figli si orientavano verso altre attività,
si sono affidati a manager gestionali; non sempre i risultati
sono stati all'altezza delle aspettative: sovente costoro
hanno trascurato i programmi per il futuro, dedicandosi prevalentemente
alla gestione ordinaria. Ciò ha compromesso la possibilità
di sopravvivenza delle aziende stesse.
Il mio impegno politico è iniziato nel '52 quando sono
diventato Consigliere comunale nelle file della DC e vi sono
rimasto fino al 1970. Dal 1990 al 1995 sono stato eletto nella
lista civica di centro sinistra Insieme per Chieri; in questo
periodo sono stato prima assessore all'istruzione e poi assessore
all'urbanistica.
Mi sono stati più volte offerti titoli di Cavaliere
della Repubblica e di Commendatore ma ho sempre preferito
non accettarli.
Nel contesto del ruolo significativo assunto dall'istruzione
professionale, merita un cenno particolare la Scuola Piemonte,
nata in via Santa Clara nel 1948 e chiusa nel 1953/54. Era
una scuola serale gestita da volontari e diretta dagli ingegneri
Masera e Torta che formava tutti gli operai che intendevano
"elevarsi" un po' consentendo loro di conseguire
la qualifica di meccanici e tecnici tessili.
I corsi duravano due anni, si svolgevano nei locali del Comune,
contavano una ventina di allievi, giovani che già lavoravano..
A partire dagli anni '90 vennero, invece, organizzati dall'Enaip
in collaborazione con la LIT, corsi femminili per orditrici
e passa-licci. Queste abilità, che prima si tramandavano
di madre in figlia, in quel periodo iniziarono scarseggiare
e si avvertì la necessità di sopperire in qualche
modo a questa esigenza. I nuovi corsi si tenevano presso la
sede della LIT; solitamente vi potevano partecipare una trentina
di persone al semestre. Questo tipo di formazione è
stato attivato per due o tre anni.
Come molti già prima di me vi avranno raccontato, la
LIT aveva come scopo principale quello di risolvere i problemi
delle aziende con i lavoratori. In realtà, questa associazione
non riuscì ad affrontare tutte le tematiche del settore,
causa la scarsa collaborazione tra le imprese e la modesta
apertura culturale di alcuni imprenditori. |