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Le ricerche - Storie di vita

Commendatore Giulio Rocco
Imprenditore tessile
Chieri - Istituto "B. Vittone" - 12 novembre 2004

"Provengo da una famiglia chierese di artigiani, mio padre era un falegname, ho frequentato per un po' il Liceo Classico, poi ho ripiegato sull'Istituto Magistrale, sono stato iscritto all'Università di Ca' Foscari per le lingue, ho fatto per un po' il maestro ma il servizio militare mi ha distolto da queste attività di studio.
Sono rientrato a Chieri nel corso del 1944, la guerra era ancora in corso, non era mia intenzione inserirmi nel tessile ma cogliemmo un'occasione, insieme ad un altro socio figlio di un imprenditore tessile, per acquistare quattro telai vecchi da una ditta di Busto Arsizio, così cominciammo a lavorare.


La società nacque ufficialmente nel 1946, come COTONTEX, con quattro soci di cui due interni e due esterni, ma già nel 1944 era operante nel settore del tendaggio, che rappresentava, insieme alla creazione di tessuti per l'arredamento, abbigliamento e tovagliato, una delle quattro direzioni verso cui si indirizzava l'azienda, come la maggior parte delle altre imprese chieresi.
Da una prima produzione quasi esclusiva di tendaggi, la Cotontex convertì velocemente la sua produzione con l'uscita sul mercato delle "gonne pieghettate", la cui realizzazione era consentita da un nuovo tipo di filato: il poliestere (terital), il quale era utilizzato insieme alla lana per mantenere la piega del tessuto.
Ci muovevamo con spirito imprenditoriale e con dinamicità; intorno agli anni Sessanta-Sessantacinque riuscimmo ad ottenere da parte dello Stato l'incarico di produrre le divise per l'esercito, la guardia di finanza e i carabinieri e di distinguerci a livello nazionale con questa particolare produzione nel ramo dell'abbigliamento.
Nel frattempo sul mercato si impose una nuova fibra, la fibra artificiale, che permetteva di realizzare tessuti capaci di mantenere la piega ancor più del poliestere, ma soprattutto in grado di non stropicciarsi. In questo modo la Cotontex riuscì ad imporsi sul mercato Americano e Giapponese a differenza della ditta Tabasso che mantenne esclusivamente la produzione di tessuti quale lino e cotone e finì per essere tagliata fuori da una grande fascia di mercato in continua espansione.
Ciò che permise al settore tessile chierese di vivere, fu la sua duttilità, flessibilità di produzione che però non accomunava tutti gli imprenditori. Pochi, infatti, furono coloro che si distinsero in precisione e puntualità, doti molto importanti per sapersi imporre su un mercato molto esigente come quello americano.
Questa linea d'azione dell'impresa Cotontex venne perseguita da me stesso mediante numerosi viaggi all'estero, in Africa (Etiopia), Giappone e Stati Uniti, che ci permisero di ottenere numerose commesse. In uno di questi viaggi venni a conoscenza dell'esistenza del TELEX, che qualche anno dopo, acquistato dalla Cotontex, permise a questa di comunicare direttamente con i clienti di oltre oceano.


Con il TELEX la Cotontex riceveva direttamente le richieste d'ordine, soprattutto dai clienti americani, i quali si impegnavano anche a offrire un supporto dal punto di vista tecnico quale era il campionario; la Cotontex infatti, non possedendo studi per la creazione dei campionari, aveva come unico compito quello di presentare a tale clientela una serie di idee, che venivano poi trasformate in veri e propri ordini da parte degli americani stessi.

D'altronde per avere la possibilità di entrare in contatto con clienti di questa portata, una parte di imprenditori chieresi avrebbero dovuto avere il coraggio di girare un po' il mondo, ma questa caratteristica non era molto diffusa, tant'è che vennero organizzati viaggi tra gli imprenditori, nell'ambito della Unione Industriale, ma le adesioni risultarono sempre scarse.
Io stesso viaggiavo sempre da solo o al massimo accompagnato da un traduttore; da ciò si intuisce di quale natura potessero essere i rapporti tra imprenditori, basati sulla gelosia reciproca, sulla diffidenza e su una comune mancanza di collaborazione.
Con il TELEX la Cotontex riceveva direttamente le richieste d'ordine, soprattutto dai clienti americani, i quali si impegnavano anche a offrire un supporto dal punto di vista tecnico quale era il campionario; la Cotontex infatti, non possedendo studi per la creazione dei campionari, aveva come unico compito quello di presentare a tale clientela una serie di idee, che venivano poi trasformate in veri e propri ordini da parte degli americani stessi.
D'altronde per avere la possibilità di entrare in contatto con clienti di questa portata, una parte di imprenditori chieresi avrebbero dovuto avere il coraggio di girare un po' il mondo, ma questa caratteristica non era molto diffusa, tant'è che vennero organizzati viaggi tra gli imprenditori, nell'ambito della Unione Industriale, ma le adesioni risultarono sempre scarse.
Io stesso viaggiavo sempre da solo o al massimo accompagnato da un traduttore; da ciò si intuisce di quale natura potessero essere i rapporti tra imprenditori, basati sulla gelosia reciproca, sulla diffidenza e su una comune mancanza di collaborazione.




Ricordo un episodio singolare. Una volta venne a Chieri il ministro Andreotti in visita presso la FIL; desiderava visitare altre aziende, io ero allora presidente della LIT, lo accompagnai presso un'altra impresa, la Tabasso, ma io non vi entrai perché sapevo che non sarei stato gradito.
All'interno della stessa Lit, durante gli incontri settimanali e soprattutto durante la grande cena dell'8 dicembre, nessun imprenditore parlava del suo operato, della sua produzione e dei suoi prodotti; gli argomenti trattati erano i più disparati, ma nulla a che fare con l'impresa di ciascuno vi partecipavano gli imprenditori, alcuni capi tecnici molti invitati delle banche e della politica.
Ma proprio la Lit, che aveva il compito di creare coesione tra gli imprenditori, in realtà non riuscì a fungere da elemento unificatore e a dare vita ad un network solidale.
La Lega industriali Tessili era l'emanazione chierese della Associazione Cotonieri (Confindustria); associava una cinquantina di imprese, le più grosse, aveva una sede in piazza Cavour ove una volta la settimana interveniva un funzionario per consulenze fiscali e finanziarie.
In questo contesto la Cotontex crebbe e arrivò a contare una quarantina di telai in funzionamento al suo interno verso la fine degli anni '80, periodo in cui venne ceduta a un grande imprenditore del milanese che, però, non seppe gestire l'attività di collaborazione con i grandi clienti americani e poco dopo (Valbrembana 1987) chiuse l'azienda.
Noi abbiamo ceduto perché non c'era chi volesse continuare l'attività, anche per sopraggiunte difficoltà interne.
Voglio ancora ricordare che a Chieri hanno avuto un certo peso notevole i terzisti negli anni cinquanta e sessanta; c'erano dei tessitori che si mettevano in proprio, si costruivano la casa, il piano terra era riservato ai telai, il piano superiore all'abitazione della famiglia.
Molte aziende piccole sono cresciute, si sono ingrandite, ma quelle che non si sono adeguati alle nuove esigenze di mercato sono state costrette a chiudere.

Sono stato insignito del titolo di Cavaliere e Cavaliere Ufficiale, credo su proposta degli onorevoli Alpino e Altissimo del partito liberale a cui aderivo. Ed infine, forse su proposta dell'Unione Industriale di Torino, sono stato insignito dell'onorificenza di Commendatore. Per una trentina d'anni sono stato amministratore nel Comune di Chieri, Consigliere, Assessore ed anche Sindaco di una giunta laica, per un periodo limitato. Sovente era proprio il partito a richiedere che un cittadino fosse insignito di questo particolare e importante titolo.
Inoltre questo titolo veniva concesso a coloro che svolgevano una particolare attività d'impresa.

A Chieri era tradizione, già prima della seconda guerra mondiale, che quattro o sei imprenditori portassero il baldacchino in occasione della processione del Corpus Domini; ma questa usanza, col passare del tempo aveva perso di importanza e molte volte non si presentavano sufficienti imprenditori per trasportare il baldacchino e venivano scelte persone comuni, benché fosse pieno diritto di tutti gli imprenditori compiere questa funzione."

 

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