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Le
ricerche - Storie di vita |
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Rinaldo
Artigiano tessile per c/terzi
Chieri - via G. Moffa, 7 - 20 novembre 2004 |
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"Io sono di Albugnano, ho 86 anni,
ho fatto 7 anni di guerra ed al ritorno, a 28 anni, ho ritrovato
la fidanzata che avevo prima di partire. Lei lavorava in tessitura,
nella Ditta MAZZONIS; abbiamo deciso di sposarci.
Ci siamo trasferiti a Torino dove io ho "comprato"
un lavoro alla Lancia. Poco tempo dopo sono arrivati da Chieri
degli industriali tessili a cercare Irma perché andassimo
a lavorare a Chieri. La bravura di mia moglie in tessitura
era nota a molti, ecco perché ci è stata fatta
questa proposta. |
Ci
hanno dato due telai in affitto, ma non si trovava un posto
dove metterli; finalmente abbiamo preso in affitto una "boita",
uno scantinato dietro San Giacomo. Abitavamo lì, e
lì avevamo, oltre ai due telai del padrone, altri due
telai comprati indebitandoci.: due Lomazzi, i più economici
sul mercato in quel momento.
Nel 1960 abbiamo comprato un terreno e costruito il laboratorio
in strada Andezeno.
Abbiamo fatto tanti sacrifici; andavamo in cerca di lavoro
di qua e di là e lo trovavamo a prezzi modestissimi:
venivamo pagati in base ai colpi di trama per cm quadrato,
il che equivaleva a circa 50 lire al metro per ogni dieci
colpi battuti. Successivamente abbiamo comprato quattro telai
semiautomatici, sempre firmando cambiali in pagamento, lavorando
16 ore al giorno io, mia moglie e un apprendista che, quasi
sempre, appena imparato il lavoro se ne andava. E così
abbiamo fatto per più di quarant'anni, perché
abbiamo smesso nel 1987, quando il costo dei nuovi telai senza
navetta che avrebbero dovuto sostituire i nostri, era per
noi troppo elevato da sostenere. |
Dipendevamo dal padrone, andavamo ad elemosinare un piccolo
aumento che però non ci veniva mai dato. Anzi quasi
sempre ci ridevano in faccia dicendoci che eravamo dei perdenti
in partenza perché non eravamo capaci ad unirci insieme
per essere più forti nella contrattazione. Ognuno faceva
per sé, ognuno cercava di portare via il lavoro agli
altri.
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Il
lavoro c'era, ma erano i soldi a mancare perché la
paga era veramente bassa, ci sfruttavano. Quando rendevamo
le pezze, queste venivamo misurate solo dal padrone, noi non
potevamo controllare, ci dovevamo fidare
..ma non sempre
i metri corrispondevano al vero! E non ci potevamo neanche
lamentare perché se contestavamo i metri segnati ci
veniva tolto il lavoro! Senza contare che la nostra attività
era comunque sempre precaria perché se il datore di
lavoro aveva un calo negli ordini automaticamente si rivaleva
su di noi lasciandoci senza forniture e con i telai fermi. |
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Nelle
nostre pratiche siamo stati aiutati dal commercialista Dott.
Oscar Merlone che è riuscito, d' intesa con il Direttore
dell'Ufficio Imposte di Chieri, ad ottenere che fossimo tassati
non più sulla produzione, ma sul numero dei telai posseduti.
Allora, anche se eravamo piccoli, avevamo ispezioni periodiche
della Guardia di Finanza: sono venuti anche da me e, dopo
aver cronometrato i tempi di produzione, mi hanno fatto pagare
una multa salata
Sempre con l'aiuto del dott. Merlone abbiamo anche fondato
l'Associazione dei conto terzisti, che avremmo voluto chiamare
San Pellegrino, in ricordo del nostro peregrinare di padrone
in padrone". |
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poesia: "I tessitori Conto Terzi"
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