IL TEMA

La storia del Novecento raccontata da un ultimo
TERRAMATTA; Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano si ispira a Terra Matta,  il libro di memorie, pubblicato da Einaudi nel 2007, scritto in un italiano inventato da Vincenzo Rabito, un ex bracciante siciliano, semianalfabeta ma di grande capacità narrativa.
Rabito, nato nel 1899 a Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, ha attraversato il secolo scorso, con le sue guerre, le sue ideologie, le vittorie e le sconfitte, le trasformazioni economiche e sociali,  sempre in lotta per la sopravvivenza. La sua è la storia di un’irriducibile individualità ma, allo stesso tempo, è la storia di tanti “ultimi” che raramente hanno preso la parola. Rabito scrive della sua sfortuna e disgraziata vita, ma sicuramente non è un vinto: non ha niente a che fare con i personaggi dei Malavoglia, schiacciati dal loro destino. Ha raccontato la tragedia, la fatica, la fame, le malattie ma anche un’ insopprimibile vitalità motivata dal piacere di vivere. Ha pensato e agito come tanti altri italiani, che però, normalmente, non lasciano traccia di sé.
Non ha alcun preciso riferimento rispetto a un astratto “dover essere” ma per questo non si può in alcun modo definirlo un amorale. Sfamare la famiglia, e cioè esaudire un bisogno indiscutibilmente prioritario, è stato l’imperativo morale interiorizzato da bambino. Sapersi “arrangiare”, pratica appresa da soldato, diventa una preziosa competenza per non soccombere. L’esplicitazione della “fede politica” e, in qualche modo, la coerenza dei comportamenti con essa è un lusso che egli pensa di non potersi permettere. L’istruzione è assunta come il valore più alto: è “la scuola”, non dunque una generica “fortuna” o il denaro accumulato, l’unica certezza su cui Rabito ritiene possibile fondare l’aspirazione alla mobilità sociale dei figli e della famiglia nel suo complesso. Fare di tutto perché i figli vadano scuola e possibilmente arrivino fino all’università è  il  “progetto morale”, condiviso da tanta parte delle famiglie italiane del dopoguerra (con particolare enfasi in quelle meridionali), che orienta tutte le sue scelte. La laurea in ingegneria del figlio maggiore è il goal della sua vita.

Chiara Ottaviano