Altre forme di
ricchezza
Ortaggi e fiori, latte formaggi non esauriscono il
ventaglio merceologico prodotto dalle campagne iblee. Nel
panorama delle attività emergenti nell’ultimo
ventennio, ad esempio, occorre considerare l’importanza
degli allevamenti avicoli, la cui consistenza è cresciuta
dai 300 mila capi del 1970 ai 2 milioni di capi del 1993,
correlata allo sviluppo di numerose aziende (concentrate
nel comprensorio di Modica) specializzate nella produzione
di uova e nella lavorazione di carni “bianche”. Né si
può sottovalutare, nello stesso territorio modicano, la
crescita dell’industria dolciaria (biscotti, cioccolata,
gelati, dolci tipici, miele) che alimenta una florida
esportazione sui mercati nazionali ed esteri. Un «felice
ritorno» è quello del vino, anche se non si tratta più
del forte “Scoglitti” o dei mosti che nell’Ottocento
venivano tagliati
in Francia, ma di prodotti di qualità come il
“Cerasuolo” di Vittoria. Dopo la lunga decadenza
novecentesca (dai 40 mila ettari di vigneto del 1887 ai 21
mila del 1929, ai 6 mila appena del 1984), un
significativo cambio di tendenza si è verificato
nell’ultimo decennio, sia per l’intervento di capitali
«esterni», sia soprattutto per la capacità degli
imprenditori locali di riqualificare la viticultura
ridando identità e prestigio a vini già noti, come il
“Cerasuolo”, la cui denominazione d’origine
controllata (marchio Doc) ne ha rilanciato la produzione
dagli 800 ettolitri degli anni ’70 ai 4000 del 1998.
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