Un
valore aggiunto
Il
patrimonio storico siciliano è insomma un potenziale,
enorme valore aggiunto da impiegare al servizio di uno
sviluppo programmato, equilibrato e consapevole. Su
esso si può far leva per ridare spazio e fiato e
visibilità a bisogni importanti: quelli del lavoro e
della sicurezza, di una socialità antica e ricca e di
uno stato dei servizi più efficiente. Su esso,
soprattutto, si può contare per impegnarvi energie
umane preziose che non possono essere abbandonate alla
disoccupazione. Se è finita definitivamente l'epoca
dell'assistenzialismo vuoto, se si è capito
finalmente che i cosiddetti lavori socialmente utili
sono non di rado collettivamente dannosi, se appare
ovvio che non vi è alternativa al prevalere di
logiche di efficienza sottoposte al controllo di un
mercato libero e regolato, allora la valorizzazione
del patrimonio storico cessa di essere un rifugio
delle retrovie, tranquillo riparo di economie di
nicchia cresciute all'ombra della mano pubblica, e
diventa la nuova frontiera, l'asse decisivo e
strategico, da ibridare con l'altro, non meno
importante, della new economy. Questo matrimonio s'ha da fare: da esso e solo da esso
può nascere una Sicilia migliore.
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