Le
risorse immateriali
Si profila un
diverso scenario che pone l'accento su elementi che in
passato apparivano irrilevanti e al contempo ne rende
superflui e perfino dannosi altri, posti ieri a
fondamento della crescita. L'ambiente sociale, nella
sua accezione più vasta, comprendente cioè il
patrimonio ambientale e storico-culturale, ne risulta
valorizzato e con esso le risorse immateriali,
culturali e umane, componenti decisive in una
competizione globale tra aree regionali. E' un quadro
che consente un'inedita possibilità di rottura delle
gerarchie territoriali, che richiede e favorisce la
complementarietà delle attività economiche e
socio-culturali all'interno di un mercato regolato e,
soprattutto, che penalizza le rigidità burocratiche e
l'ottusa invadenza della politica.
Le nuove tecnologie e l'interconnessione planetaria
spiazzano al contempo le rendite di posizione delle
strutture di mediazione, avvicinano produttori e
consumatori, mercati e individui, consentono nuove
forme di intervento e di presenza individuale,
moltiplicano la mobilità, reale e virtuale, della
gente. L'accento passa dalla ricerca affannosa di un
posto fisso nell'apparato pubblico alla consapevolezza
diffusa della possibilità di darsi un futuro con
un'attività economica in proprio. Si inizia a capire
che la creazione di ricchezza non è un gioco a somma
zero (come ieri lo era la sua distribuzione) e che
tutti possono guadagnare dalla valorizzazione
dell'ambiente sociale. Cresce anche l'attenzione agli
elementi impalpabili della costruzione dell'immagine,
non più componente derivata del mondo produttivo,
mera tecnica di vendita, ma al contrario fondamento
basilare delle strategie di mercato. E si
sperimentano, o si iniziano a sperimentare, le
potenzialità della scoperta della qualità sociale,
dell'importanza di uno sviluppo ecologicamente
sostenibile, equilbrato, rispettoso della salute
collettiva e delle condizioni di vita.
In
questo passaggio dalla quantità alla qualità, dal
primato della fabbrica a quello del terziario
avanzato, dalla rigida statualità nazionale alla
nuova statualità a più livelli (locale, regionale,
nazionale, europea), la Sicilia possiede, come tutte
le regioni, potenzialità inespresse e retaggi
negativi, spinte positive e freni, vantaggi e
svantaggi. Di certo però il patrimonio storico -
ambientale e monumentale - muta di segno: cessa di
essere l'imbarazzante sedimento dell'arretratezza e
diviene il possibile alimento di una nuova
programmazione dello sviluppo.
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