A
partire dalla demografia
In
età moderna la famiglia, in Sicilia come nelle altre
società preindustriali, era il luogo dove si
organizzava, a livello primario, il rapporto della
popolazione con le risorse disponibili. Molti e
rilevanti aspetti della storia della popolazione e
dell'insediamento nell’isola hanno avuto a
che fare con i modi di organizzarsi in gruppi
coresidenti e di vivere le relazioni di parentela e di
vicinato, di stabilire l'abitazione e il rapporto con la
terra, di trasmettere
beni e diritti
a uomini e donne. Tutto ciò a sua volta è stato influenzato dall'appartenenza sociale, dal
ruolo delle istituzioni e delle consuetudini locali, dal
contesto ecologico e produttivo.
Il
movimento generale della popolazione dell'isola non fu
uniforme, ma piuttosto diversificato: tra
città e campagna, e nelle diverse aree dei tre
antichi Valli, il Valdemone, il Val
di Noto e il Val di Mazzara, che costituirono fino
all'Ottocento le ripartizioni amministrative del Regno,
conservando però anche importanti differenze
insediative ed economiche.
Complessivamente,
la popolazione siciliana non conobbe mai cadute
drammatiche e irreparabili. Anche un'epidemia come
quella della peste nera, alla metà del Trecento si
inserì probabilmente in una fase di ascesa complessiva
della popolazione, causando solo un lieve regresso,
rapidamente recuperato. Il numero degli abitanti passò
dai 3-400.000 del Quattrocento ai più di
500.000 degli inizi del Cinquecento, secolo in cui, con
la grande espansione economica che interessò tutta
l'Europa, la popolazione crebbe fino a 800.000 anime. Il
secolo successivo, benché segnato da pestilenze,
carestie, rivolte non segnala, con l'andamento della sua
popolazione, quella "crisi generale" di cui si
è parlato per l'Europa. Si trattò piuttosto di una
stagnazione: la regressione delle grandi città, come
Messina e Palermo, fu compensata da un aumento di circa
150.000 unità nelle campagne. Lo sviluppo demografico
riprese vigoroso nel XVIII secolo, malgrado alcune
importanti carestie e l'ultima ondata di peste del 1743,
con un aumento di popolazione che alle soglie
dell'Ottocento arrivò al 50%.
Un fenomeno di lunga durata, come quello
descritto, si spiega soprattutto nella capacità della
Sicilia di continuare a essere consumatrice, oltre che
esportatrice, del grano duro che produceva. Nel lungo
periodo e sui grandi numeri, evidentemente,
un'alimentazione tutto sommato non troppo cattiva
controbilanciava le condizioni durissime di vita e di
lavoro della maggior parte della popolazione e le crisi
di mortalità più drammatiche rappresentate da epidemie
e carestie.
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