Le
famiglie contadine nelle aree non cerealicole
Nei
distretti siciliani in cui l'organizzazione produttiva
era diversa da quella del latifondo granario i
possedimenti non erano drasticamente polarizzati tra
piccolissime proprietà e latifondi; vi erano piuttosto
piccole e medie proprietà, e anche i possessi maggiori
mischiavano una varietà di coltivazioni e di attività
di prima trasformazione. Colture arbustive specializzate
e destinate a un mercato dinamico, i gelsi con le cui
foglie si nutrivano i bachi da seta, il sommacco per le
concerie e le tintorie, i frutteti, gli orti, le vigne,
mandorleti e noccioleti, più tardi oliveti e aranceti,
richiedevano lavori agricoli costanti e diversificati
nell'arco delle stagioni. Le donne partecipavano ai
lavori della campagna
come raccoglitrici o curando gli orti, e si
occupavano della cura degli animali da cortile e dell'
allevamento dei bachi da seta, che avrebbe offerto
un'importante integrazione al reddito familiare. Tutto
ciò era possibile anche perché, per farlo, le donne
non avevano bisogno di compiere lunghi spostamenti. Le
abitazioni non erano tutte concentrate nei paesi come
nel Val di Mazzara, dove anche la natura e il clima poco
clementi favorivano l'aggregazione dell' abitato. Gli
alloggi dei contadini potevano invece essere dislocati
in campagna, spesso riuniti in casali.
Questa
agricoltura più ricca (anche se più esposta alle
oscillazioni del mercato estero), ad alta intensità di
lavoro, consentiva il formarsi di famiglie contadine
meno povere di coloni o di
piccoli proprietari. Esse potevano quindi
permettersi, talvolta, di accogliere parenti o di
coordinare il lavoro di più di un nucleo, assumendo
forma estesa
o allargata,
benchè la famiglia nucleare continuasse ad essere il
sistema di coresidenza prevalente, come ci mostrano i
rari stati
delle anime raccolti dai parroci per
censire i comunicandi, o i riveli
di anime e di beni,
che dichiaravano a fini fiscali la composizione
delle famiglie e il loro patrimonio.
I meccanismi ereditari e dotali assumevano qui
forme in parte diverse dalle aree del latifondo. Le
donne erano più facilmente escluse dal possesso della
terra e dalla trasmissione dell'azienda, coordinata
dalla parentela attraverso l'eredità ai maschi. Essi,
in seguito, avrebbero probabilmente messo in atto forme
di collaborazione
tra famiglie di fratelli o di cognati, o tra padri e
figli. Le doti, così, erano di solito composte da beni
mobili: denaro, gioielli, oggetti casalinghi e
biancheria.
In
queste zone, dove entrava in gioco il controllo di
risorse meno scarse di quelle disponibili nelle più
povere aree di latifondo, il controllo della terra non
doveva sfuggire alla continuità delle parentele
maschili, perché uno spezzettamento eccessivo,
dovuto a successioni troppo ugualitarie, avrebbe
compromesso la redditività dell'azienda contadina.
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