Gli
insediamenti nelle aree del latifondo
Condizioni
di vita e struttura demografica non si spiegano
solamente con il potere dei baroni grandi proprietari e
la loro volontà di arricchirsi producendo grano.
Bisogna cercare le ragioni, al di là di quelle
assolutamente materiali come i bilanci calorici dei
regimi alimentari o le valutazioni sul rapporto tra
costi e benefici, per le quali individui, famiglie,
gruppi scelgono un modo di vivere e di lavorare
piuttosto che un altro, quali sono i pro e i contro
delle loro scelte, e come fanno a portarle avanti
organizzando la propria vita di relazione.
I
contadini che decisero di spostarsi nei centri di nuova
colonizzazione della Sicilia centro occidentale vi
furono attratti dalle concessioni e dalle facilitazioni
promesse dai fondatori.
Lasciandosi alle spalle i debiti e le tasse dei luoghi
d'origine, ricevevano una piccola casa in paese e un
pezzetto di terra (vigna o orto) in enfiteusi,
cioè col semplice pagamento di un fitto perpetuo molto
basso che li rendeva proprietari di beni immobili di
poco valore, ma comunque sufficienti a tenerli legati
alla nuova residenza, e a impedire loro una nuova
emigrazione. Nello stesso tempo, la piccola estensione
di terra ricevuta non li rendeva completamente autonomi
per quanto riguardava la sussistenza, costringendo così
gli uomini
a lavorare nei latifondi
baronali per arrivare a mettere insieme un
reddito adeguato a mantenere la famiglia.
Questo
sistema di insediamento dei paesi della Sicilia
dell'interno, con le case raggruppate nel borgo dominato
dalla chiesa madre e dal palazzo baronale, circondato da
una breve fascia di piccoli appezzamenti contadini e
immerso nelle immense estensioni coltivate a grano, si
legava a modi particolari di organizzarsi in famiglie,
di dividere il lavoro tra uomini e donne, di trasmettere
la proprietà ai figli. Il tipo di famiglia più diffuso
in Sicilia, quello nucleare,
composto semplicemente da genitori e figli,
di rado superiore per consistenza numerica alla media di
quattro componenti, era in questi borghi decisamente
dominante. In una popolazione composta prevalentemente
da contadini poveri, solo i pochi più agiati (qualche
artigiano, qualche agricoltore benestante, il medico, lo
speziale, il notaio, i funzionari del barone) potevano
permettersi di accogliere in famiglia qualche parente
rimasta sola (una sorella, una suocera) o, più
raramente, qualche figlio sposato o qualche garzone, per
non parlare di serve e servi domestici, riservati in
Sicilia solo alle famiglie più ricche e a qualche
ecclesiastico.
Non
di rado i testamenti dei braccianti mostrano le tracce
di questo isolamento:
nei pochi lasciti non sono ricordate che le mogli
o i figli, e si estendendo fino ad altri parenti o amici
e vicini solo nei casi in cui questi avessero fornito
assistenza al testatore rimasto solo.
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