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Gli alleati e la parentela normanna

          L'avvento del governo militare alleato fu l’avvenimento centrale intorno al quale si concentrarono le aspettative del personale burocratico e lo scontro politico sui problemi dell'amministrazione.  Il progetto di governo approntato dagli Alleati non era sostenuto da obiettivi ben definiti sul futuro assetto dell'Italia; si trattava piuttosto di garantire la legge e l'ordine con un impiego minimo di personale.  I responsabili alleati facevano affidamento sulla possibilità di utilizzare le strutture amministrative esistenti demandandone la direzione agli stessi funzionari italiani posti sotto il controllo di Civil Affairs Officers.  Tale progetto poneva però il problema della legittimazione politica: che cosa avrebbe garantito la collaborazione dei funzionari italiani?  Non un appello ai valori antifascisti, né un rapporto con le organizzazioni politiche risorte, dal momento che inglesi e americani nutrivano scarsa fiducia in questi potenziali interlocutori.  Piuttosto gli inglesi, che avevano la maggiore responsabilità nella pianificazione e nella direzione del governo in Sicilia, riponevano fiducia nella possibilità di ottenere collaborazione dagli elementi più in vista della classe dominante locale e della gerarchia ecclesiastica, partendo dal presupposto che, specialmente tra i primi, fossero molto diffuse le simpatie per l'Inghilterra. L'influenza sociale esercitata dagli esponenti dei ceti superiori e dal clero avrebbe facilitato i rapporti con la popolazione e con i funzionari italiani, sul modello dell’ Indirect rúle, già sperimentato in alcune arre di dominio inglese.

           In Sicilia le cose erano ovviamente più complicate: intanto la stessa classe dominante locale colse l’input che le veniva offerto e con la complicità di alcuni ufficiali britannici elaborò una curiosa teoria, quella della “parentela normanna”. Ovvero alcuni dei più importanti aristocratici siciliani, come i duchi di Carcaci e i marchesi di San Giuliano, rivendicarono la loro antica presenza in Sicilia a fianco del conte Ruggero e, quindi, la loro stretta parentela con l’aristocrazia inglese che vantava la stessa origine normanna. Si trattava di un modo per rivendicare il diritto a governare. Ma certo, il ricorso a un così arcaico principio di legittimità del potere nel pieno della società di massa faceva vedere in quale crisi profonda si trovasse la società isolana, provata dal fascismo e dalla guerra.

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  Sommario
   
  Miti di fondazione
  Il separatismo, un fenomeno congiunturale
  La repubblica siciliana e gli Alleati
  “Il fascismo malattia del Nord”
  L’ecosistema latifondistico
  Antonio Canepa e il sicilianismo dei ceti medi
  Gli alleati e la parentela normanna
  Mafia e ammassi granari  
  Il dibattito sul decentramento
  L’autonomismo di Enrico La 
 Loggia
  Il ritorno all’Italia
  Il Movimento indipendentista siciliano
  Le rivolte del “non si parte!”
  I decreti Gullo
  La difficile ricerca di un autonomismo democratico
  La nascita della Regione
  Portella delle Ginestre
  Il riparazionismo
   
   
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